Oggi Wall Street chiusa: le Borse europee ritrovano un po’ di ottimismo. Trimestrali delle grandi banche Usa solide, ma reazioni differenziate. Petrolio a nuovi massimi dal 2014, si aggrava prospettiva per l’inflazione. La Banca centrale cinese taglia i tassi per sostenere la crescita 2022.
Quella di venerdi’ 14, l’ultima seduta della settimana, e’ stata una seduta partita fiacca e finita con perdite attorno a -1% per le Borse europee.
A frenare le iniziative di acquisto restano i soliti temi: un’inflazione troppo alta che minaccia la crescita, il rapido diffondersi della “variante omicron”, e la prospettiva di un rapido aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Americana (FED).
Nel pomeriggio di venerdi’ ha stupito negativamente il dato sulle vendite al dettaglio destagionalizzato di dicembre negli Usa, il più debole da dieci mesi con un -1,9% vs -0,1% previsto.
Cio’ si e’ combinato con risultati del 4’ trimestre 2021 piuttosto disomogenei per i giganti bancari americani, che hanno originato reazioni eterogenee: JPMorgan, -6% e Citi, -1%, hanno deluso per i ricavi da trading sotto le attese. Wells Fargo, +4%, ha dato indicazioni positive sull’evoluzione del busines prestiti a privati e imprese.
A fine giornata, tuttavia, Wall Street ha ripreso vigore, ma per l’Europa la seduta era terminata da un pezzo con il FtseMib a -1,08%%, il Ftse100 a -0,3%, il Dax tedesco --0,95% ed il Cac40 francese -0,81%. Negli Stati Uniti, invece, il quadro e’ stato misto: Dow Jones -0,56%, S&P500 +0,08%, Nasdaq +0,59%.
Negli Usa e’ sostanzialmente iniziata la pre-campagna elettorale di “mid-term” (meta’ mandato): la consultazione e’ prevista a novembre. L’ex Presidente Trump ha tenuto il primo acceso comizio all’elettorato repubblicano, promettendo la riconquista del potere tra 2 anni ed, implicitamente, ricandidandosi ad un secondo mandato.
Trump ha accusato l’Amministrazione Biden di essere stata immobile rispetto ad un’inflazione salita dal +1,4% al +7,0% e di essere “crollata” nell’indice di “approvazione”, dal 56% al 42%, dopo appena un anno di mandato, soprattutto a causa di una gestione poco convincente della pandemia.
Venerdi’ 14 il quadro macroeconomico europeo si e’ arricchito di numerosi dati; il Prodotto interno lordo (GDP), nel 2021, e’ cresciuto del +2,7% in linea con le stime, ma e’ lontano dal recuperare il -4,6% del 2020.
In Francia, a dicembre, l’inflazione al consumo (CPI) sembra aver decelerato la propria corsa, con un aumento del +0,2% mese su mese e del +2,8% su base annua.
Stamattina, 17 gennaio, e’ stato pubblicato il dato sulla crescita del Pil (GDP) della Cina: nel 4’ trimestre è cresciuto del +4,0% anno su anno, in rallentamento rispetto al +4,9% registrato nel terzo trimestre, ma sopra le stime di consenso che indicavano +3,3%.
Sempre in Cina, sia la produzione industriale di dicembre, +4,3% annuale, che le vendite al dettaglio, +1,7% annuale, hanno mancato le attese, soffrendo probabilmente dei selettivi “lock-down” sul fine anno.
In parallelo al rilascio dei dati macro, la Banca Centrale Cinese (People’s Bank of China) ha annunciato il taglio del -0,10% dei tassi di riferimento alle banche commerciali per 2 tipologie di rifinanziamento: quello a 1 anno al +2,85% e quello a 7 giorni a +2,1%. Si tratta del primo “easing” da 2 anni ad oggi, ed e’ visto come una mossa a supporto dell’espansione economica.
In Italia, stamani 17 gennaio, la pubblicazione dell'indice armonizzato dei prezzi al consumo, aggiornato a dicembre 2021, ha confermato il dato preliminare di +0,4% mese su mese e +3,9% su base annua. Il prezzo del petrolio continua a salire, aggravendo la prospettiva inflattiva, specie in Europa. Con oggi, 17 gennaio, siamo alla quarta settimana consecutiva di rialzo, ed il WTI (greggio di riferimento Usa), è ai massimi dal 2014 a 83,9 Dollari/barile, +0,2% (ore 12.00 CET).
Sul mercato valutario, stamattina, 17 gennaio, osserviamo stabilita’ nel rapporto Euro/Dollaro a quota 1,14 e in quello Euro/Yen, a 130,7. (ore 12.30 CET). Bitcoin, dopo il timido tentativo di recupero della scorsa settimana, e’ oggi in calo, per il secondo giorno consecutivo, a 42.700 Dollari, -0,7% (ore 13.00 CET).
Calma, almeno apparente, anche sul comparto obbligazionario, con lo spread di rendimento tra Btp decennale italiano ed omologo Bund tedesco a 132 bps ed un rendiemento del BTP 10 anni a +1,29% (ore 12.45 CET). Il Treasury Note Usa a dieci anni rende +1,78%, stabile, al livello piu’ remunerativo da inizio pandemia.
Stamattina, 17 gennaio, le borse dell’Asia-Pacifico hanno dimostrato ottimismo: il Nikkei giapponese ha chiuso in rialzo del +0,74%, il CSI300 cinese continentale di Shanghai&Shenzen del +0,86%, l’Hang Seng di Hong-Kong, -0,68%, il Kospi di Seul -1,1%, dopo il lancio di 2 missili balistici in mare da parte della Corea del Nord.
Mattinata positiva per i listini europei, in rialzo in media del +0,6% (ore 13.00 CET). Oggi manchera’ all’appello Wall Street, chiusa per il Martin Luther King day: tuttavia i futures indicherebbero un marginale rialzo.
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