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WisdomTree - Tactical Daily Update - 14.04.2025

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Mercati azionari più sereni: sui dazi si tratta, forse anche con la Cina.
Oro superstar: rialzo sfrenato, oltre 3.240 Us$/oncia.
Dollaro Usa debolissimo e crisi dei Treasuries. Fine di un’epoca?
S&P migliora rating sovrano Italiano, ora a BBB+, con outlook stabile.

Settimana scoppiettante a Wall Street, con un venerdì in gran forma che ha visto l’S&P 500 balzare +1,8%. Dow Jones +1,5%, Nasdaq +2,1%. Meno allegra l’Europa, zavorrata dalle tensioni commerciali: Milano -0,7%, Parigi -0,3%, Francoforte -0,9%. Fa eccezione Londra, che sale dello 0,6%.
Gli indici principali hanno chiuso bene la settimana: Dow Jones +5%, nasdaq +7,4%, mentre i "Magnifici Sette" hanno spuntato un sontuoso +8,5%, dopo sette settimane da incubo in cui avevano perso un quarto del loro valore: se gli si aggiunge la svalutazione del dollaro di oltre -10%, un investitore europeo avrebbe visto evaporare oltre 1/3 del proprio capitale.
Queste montagne russe riflettono un mercato dominato dall’incertezza globale, soprattutto per la guerra commerciale a suon di dazi tra Stati Uniti e Cina. Larry Fink, CEO di BlackRock, non ha usato mezzi termini: “Gli Stati Uniti sono molto vicini, se non già in recessione”. E i dazi di Trump? “Oltre ogni mia immaginazione in 49 anni di carriera”. Risultato: milioni di risparmiatori penalizzati.
Oro superstar: venerdì ha sfondato il muro dei 3.240 dollari/oncia e in un mese il prezzo è salito del +10%. Un balzo sostenuto dal clima internazionale teso e dal dollaro debole. Goldman Sachs prevede ora target a 3.700 dollari/oncia. Da inizio anno l’oro ha guadagnato +23%, sebbene per chi investe in euro l’exploit si ridimensiona a +12,5% per via della caduta del dollaro.
La banca centrale Usa (Federal Reserve) è vigile ma ancora ora non interviene: Susan Collins (Boston Fed) rassicura che "i mercati funzionano bene" e non ci sono allarmi sulla liquidità. Tuttavia, l’istituto centrale è “assolutamente pronto” a usare i propri strumenti, se necessario.
Inflazione in arrivo? John Williams (Fed di New York) prevede un’impennata al 3,5-4% nel 2025, ben oltre il target del 2% della Fed e il 2,5% registrato a febbraio. Anche il morale dei consumatori e delle imprese è in calo.
Fiducia dei consumatori americani in caduta libera: l’indice dell’Università del Michigan scende a 50,8 ad aprile, minimo da giugno 2022, e in picchiata dal 57,0 di marzo.
Intanto Trump resta ottimista su un possibile accordo con la Cina, ma al momento non sono in corso negoziati ufficiali: lo ha confermato il rappresentante Usa al Commercio, Jamieson Greer.



Treasury Usa (bond governativi) sotto attacco: i rendimenti sono in rialzo, con il decennale che tocca 4,5%, massimo da febbraio. È la peggior settimana per i bond Usa dal 2019. Alcuni analisti li definiscono ormai “asset rischiosi”.
Petrolio in leggero rialzo venerdì: WTI (greggio riferimento Usa) a 61,5 Dollari/barile (+2,1%), ma resta ai minimi dal 2020 a causa dei timori legati ai dazi.
L’euro si rafforza su un debolissimo US$: +1,69% a 1,138. Il biglietto verde cede anche contro lo yen giapponese (-1,1%), scivolando verso 143 yen.
Oggi, 14 aprile: ventata d’ottimismo. I future su Wall Street e gli indici europei volano quasi +2% grazie alla sospensione temporanea dei dazi su alcuni prodotti elettronici. Ma Trump frena gli entusiasmi: “Non è un condono, solo uno slittamento”.
Venerdì era già scattata una mini-tregua: escludendo alcuni prodotti popolari dai dazi del 125% sulla Cina e dall’aliquota generale del 10%. Trump apre al dialogo con le aziende, in particolare sui semiconduttori e device come iPhone e tablet.
Asia positiva stamattina: Hang Seng +2,4%, CSI300 +0,5%, TAIEX +0,5%. La Cina stupisce con un surplus commerciale di US$ 102,6 miliardi a marzo, ben oltre i 77 previsti. L’export verso gli USA segna +4,5% nei primi tre mesi 2025: in risposta ai dazi Usa saliti al 145%, Pechino ne introduce da 125%.
Ma intanto il surplus cinese verso Washington è US$ 76,6 miliardi, di cui 27,6 solo a marzo.
Giappone: Nikkei +2%, ma Tokyo non userà i suoi Treasury Usa come leva nei negoziati del 17 aprile. I giapponesi puntano a ottenere esenzioni dai dazi in vigore dal 9 aprile (fino al 25% sull’automotive, 24% su altri beni), mentre gli USA vogliono aperture su gas e agroalimentare.
Materie prime: avvio piatto oggi per l’indice Bloomberg Commodity (101,30 USD). La scorsa settimana ha guadagnato +1,8%, trainato da oro (+6%), argento (+9%), rame (+4,3%) e nichel (+2%). Bene anche soia, mais e cotone (+6% circa). In calo netto il gas Usa (-8%).
Boom di interesse per le criptovalute, complice crisi del dollaro, rimbalzo di Wall Street e l’ipotesi che la Fed possa “ammorbidire” la sua indipendenza per accontentare la spinta di Trump verso il taglio dei tassi. Trump, già il presidente Usa più ricco della storia, ha intensificato l’attenzione sul settore crypto negli ultimi anni.
Europa più stabile sul fronte obbligazionario: mentre i Treasury Usa vacillano, S&P sorprende con la promozione dell’Italia da BBB a BBB+, con outlook stabile. Le ragioni? Deficit in calo, esportazioni resistenti, alto risparmio interno e fiducia nella BCE. Secondo S&P, il Pil italiano crescerà +0,6% nel 2025, e il debito-Pil si stabilizzerà dal 2028.

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