diamo un'occhiata a un dato che sta facendo parecchio discutere nel mondo Bitcoin e che, dal punto di vista tecnico e di sentiment, non possiamo ignorare: le scorte di BTC disponibili sugli exchange.
Secondo i dati recenti di Fidelity Digital Assets, l'offerta di Bitcoin attualmente parcheggiata sulle piattaforme di scambio si attesta intorno ai 2,6 milioni di BTC. Attenzione: stiamo parlando del livello più basso degli ultimi sei anni! Un dato che, per chi mastica di analisi di mercato, suona come un campanello d'allarme... o forse come una sirena di opportunità.
Chi sta prosciugando l'offerta? Gran parte del merito (o della "colpa", a seconda dei punti di vista) va alle società quotate in borsa. Questi attori istituzionali si sono dimostrati acquirenti voraci, rastrellando quasi 350.000 BTC e togliendoli dalla circolazione immediata sugli exchange. E la sensazione generale, supportata dai loro piani di investimento, è che questo trend sia destinato a continuare nel prossimo futuro.
Cosa implica tutto questo per noi analisti e trader? Semplice: meno Bitcoin sugli exchange significa meno offerta disponibile per soddisfare un'eventuale domanda crescente. Questo crea una dinamica di scarsità che, storicamente, tende a esercitare una pressione rialzista sui prezzi. È il classico gioco della domanda e dell'offerta che si fa più teso. Quando l'offerta disponibile si riduce così drasticamente, basta un aumento relativamente contenuto della domanda per avere un impatto significativo sul prezzo. Stiamo parlando del potenziale per un cosiddetto "supply squeeze".
E non parliamo solo di teoria. Guardiamo ai fatti recenti: prendiamo l'esempio del periodo tra il 19 e il 23 aprile. In quei pochi giorni, abbiamo visto circa 15.000 BTC lasciare gli exchange. E cosa è successo al prezzo in quel frangente? Bitcoin ha superato la soglia dei 93.000 dollari. Coincidenza? Forse, ma è una coincidenza molto significativa che si allinea perfettamente con la tesi della riduzione dell'offerta che funge da catalizzatore per i rialzi.
Dal mio punto di vista, questo scenario di "supply squeeze" latente è uno degli elementi più interessanti e potenzialmente rialzisti nel quadro attuale di Bitcoin. Non è una garanzia di rialzi immediati, sia chiaro, il mercato ha sempre le sue dinamiche complesse. Ma crea un terreno fertile. Ogni nuova ondata di domanda si scontra con un'offerta sempre più limitata sugli exchange, aumentando il potenziale per movimenti di prezzo più marcati e volatili verso l'alto. È un fattore chiave da monitorare costantemente per chiunque operi su Bitcoin.
Secondo i dati recenti di Fidelity Digital Assets, l'offerta di Bitcoin attualmente parcheggiata sulle piattaforme di scambio si attesta intorno ai 2,6 milioni di BTC. Attenzione: stiamo parlando del livello più basso degli ultimi sei anni! Un dato che, per chi mastica di analisi di mercato, suona come un campanello d'allarme... o forse come una sirena di opportunità.
Chi sta prosciugando l'offerta? Gran parte del merito (o della "colpa", a seconda dei punti di vista) va alle società quotate in borsa. Questi attori istituzionali si sono dimostrati acquirenti voraci, rastrellando quasi 350.000 BTC e togliendoli dalla circolazione immediata sugli exchange. E la sensazione generale, supportata dai loro piani di investimento, è che questo trend sia destinato a continuare nel prossimo futuro.
Cosa implica tutto questo per noi analisti e trader? Semplice: meno Bitcoin sugli exchange significa meno offerta disponibile per soddisfare un'eventuale domanda crescente. Questo crea una dinamica di scarsità che, storicamente, tende a esercitare una pressione rialzista sui prezzi. È il classico gioco della domanda e dell'offerta che si fa più teso. Quando l'offerta disponibile si riduce così drasticamente, basta un aumento relativamente contenuto della domanda per avere un impatto significativo sul prezzo. Stiamo parlando del potenziale per un cosiddetto "supply squeeze".
E non parliamo solo di teoria. Guardiamo ai fatti recenti: prendiamo l'esempio del periodo tra il 19 e il 23 aprile. In quei pochi giorni, abbiamo visto circa 15.000 BTC lasciare gli exchange. E cosa è successo al prezzo in quel frangente? Bitcoin ha superato la soglia dei 93.000 dollari. Coincidenza? Forse, ma è una coincidenza molto significativa che si allinea perfettamente con la tesi della riduzione dell'offerta che funge da catalizzatore per i rialzi.
Dal mio punto di vista, questo scenario di "supply squeeze" latente è uno degli elementi più interessanti e potenzialmente rialzisti nel quadro attuale di Bitcoin. Non è una garanzia di rialzi immediati, sia chiaro, il mercato ha sempre le sue dinamiche complesse. Ma crea un terreno fertile. Ogni nuova ondata di domanda si scontra con un'offerta sempre più limitata sugli exchange, aumentando il potenziale per movimenti di prezzo più marcati e volatili verso l'alto. È un fattore chiave da monitorare costantemente per chiunque operi su Bitcoin.
Penafian
Maklumat dan penerbitan adalah tidak dimaksudkan untuk menjadi, dan tidak membentuk, nasihat untuk kewangan, pelaburan, perdagangan dan jenis-jenis lain atau cadangan yang dibekalkan atau disahkan oleh TradingView. Baca dengan lebih lanjut di Terma Penggunaan.
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