Permettono in maniera semplice la comparazione dei livelli di rischio/rendimento adoperati dal fondo, l’utilizzo di un benchmark è di fondamentale importanza in quanto alla valutazione di un FCDI, dato che permette di capire se il gestore ha sovra o sotto performato il mercato di riferimento.
Un benchmark deve soddisfare 3 requisiti: -Trasparenza. Ovvero un benchmark costruito su regole matematiche semplici e comunicate in maniera chiara ai risparmiatori. -Replicabilità. Ovvero un benchmark la cui composizione rende semplice la costruzione di un portafoglio dalla composizione identica. -Obiettività. Un benchmark è rappresentativo quando riesce a replicare correttamente la composizione del mercato al quale si vuole riferire.
Un fattore che penalizza SEMPRE la performance del FCDI rispetto al benchmark è la presenza di costi di transazione.
Gestione Attiva: Il gestore del FCDI cerca di sovraperformare il benchmark, quindi questo tipo di gestione riporta costi di transazione maggiori rispetto alla gestione passiva. Questa gestione avviene mediante l’utilizzo di 3 modalità: -Asset Allocation: Viene usata dal gestore per stabilire la composizione del portafoglio del fondo. L’Asset Allocation può essere sia strategica che tattica. La prima vede il gestore pianificare ottiche di medio/lungo termine per gli investimenti, mentre la seconda implementa finestre temporali brevi. Quest’ultima viene anche utilizzata per ridimensionare il portafoglio riducendo il peso di certi investimenti ed aumentando il peso di altri, oltre che per ottenere un extra rendimento di breve termine rispetto ad un indicatore di riferimento. Il gestore di un FCDI flessibile si rifà principalmente all’AA tattica. -Stock Picking: Fase molto delicata nella gestione attiva, una volta definito il mercato da privilegiare tramite l’AA, il gestore deve decidere su quali aziende puntare. -Market Timing: Esecuzione delle operazioni, di fondamentale importanza per conseguire il risultato desiderato dall’AA tattica
Gestione Passiva: Il gestore del FCDI si pone l’obbiettivo di replicare un indice volendone seguire esattamente l’andamento. Quando la correlazione nei rendimenti (Alfa) tra quelli del fondo e quelli del benchmark equivale ad uno, il la gestione del fondo è passiva
La Tracking Error Volatility, è un indicatore di rischio: permette di misurare il grado di fedeltà del gestore rispetto al benchmark. Si calcola mediante la Dev.Stnd. delle differenze tra rendimenti fondo e quelli del BM, e non può assumere valori negativi.
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