MACRO BACKGROUND Il focus dei mercati oramai si è spostato dal tema inflazione al tema crescita e questo è oramai un dato di fatto, il core di questo tema diventa dunque : quale economia andrà in recessione e quale no? Facendo una rapida e alquanto superficiale carrellata tra le economie globali, troviamo l’Asia ben divisa: la Cina che non riesce a mantenere le promesse di crescita al 5% con il settore immobiliare che ancora traina a ribasso la crescita del paese ed una dilagante sfiducia degli investitori esteri sempre più delusi, Il Giappone che non vede negli attuali livelli di inflazione alcuna minaccia e pertanto non sembra voler intraprendere politiche economiche più aggressive di quelle attuali ,infine unico vero motore sembra essere l’India che resta economia emergente con una crescita annua del 6.7% ed un’inflazione al 3.65% (minimi degli utlimi 5 anni) L’Europa oramai alla deriva, con la Germania e la Francia che restano locomotive ferme la crescita della zona Euro sembra non avere molto da sperare. I dati pubblicati questa mattina per i PMI mettono i riflettori su un quadro davvero disastroso, il forte rallentamento della Germania sia nel settore manifatturiero che service mette in ginocchio l’intera Eurozona. I PMI risultano cosi composti :per il manifatturiero si passa al44.8 dal già pessimo 45.8, per il service al 48.9 dal 51.0. Nel report di SPglobal si legge che la sfiducia nel futuro dell’economia tedesca, unita al calo drastico dei nuovi ordini porta le imprese a ridurre la mano d’opera. Insomma meno lavoro, meno produzione e meno crescita. Ultimo baluardo resta l’America, dove sebbene la FED abbia dato proiezioni economiche non cosi gradevoli, il discorso di Powell ha generato fiducia. Si crede in un’economia ancora forte, una forza da salvaguardare con tagli tassi decisi che possano evitare la fase recessiva mettendo cosi a segno la magia del soft landing. Gli operatori ora sembrano credere ad una FED supereroina, ma solo i dati potranno dire davvero dove sta andando l’economia USA e quella mondiale che al momento non da certo segnali incoraggianti per il prossimo 2025.
FOREX Il mercato fx ritrova fiducia nel biglietto verde, nella prospettiva di un’Europa oramai prossima alla recessine, la possibilità di un’economia USA ancora robusta in futuro da nuova linfa al biglietto verde che porta eurusd al test dei minimi di 1.1080-75. Restano per ora resistenze le aree di 1.1130 e 1.1190 mettendo ora limiti all’approdo a 1.12 figura. Unico ostacolo alla rinnovata forza del dollaro sembra essere lo yen giapponese che pur lasciando le aree di massimo per il mese di settembre trova oggi nuova linfa e porta usdjpy al test delle imbalance di venerdi area 143.25-143.00 Resta al momento piu brillante la sterlina che dopo il test della parte bassa del canale rialzista di medio periodo tenta allunghi oltre i massimi di 1.3320 , segnale che darebbe continuita al trend long in atto.
EQUITY Azionario che trova in America maggiore forza dalle small cap, dopo una prima parte dell’anno dominata dal mondo tech e dalle magnifiche sette, gli operatori tendono ora a puntare sulle small cap ,in vista di un’era di ripartenza guidata dai tagli tassi della FED. Il Dow resta non lontano dai massimi di 42.550 pronto per nuovi allunghi rialzisti, anche il russell che sebbene stia vivnedo una breve fase lateral ribassista resta proiettato a nuovi massimi oltre 2310pnt.
COMMODITY Innegabile ancora il trend rialzista del Gold che al netto di brevi ritracciamenti sui supporti di 2640$ non lascia le aree di massimo e sembra intenzionato ad aggiornare ancora e ancora i record storici. Forte al momento anche il WTI che riagguanta i 71.71$ e mira ora ai massimidi 72.50$ prima vera resistenza di breve periodo.
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