Jerome Powell (FED) si dice convinto che l‘inflazione sia temporanea.
Scende il prezzo del petrolio dopo l’accordo tra Saudi Arabia e Emirati.
Il dati dei contagi Covid tendono a risalire ovunque e alimentano paura.
Ancora ottimi numeri dalle trimestrali delle banche Usa.


Negli Usa, il Presidente della FED (Banca Centrale Usa) Jerome Powell ha nuovamente cercato ieri, 15 luglio, di rassicurare gli investitori: "L’inflazione e’ alta, ben sopra al target del 2%, non ci mette a nostro agio, ma e’ temporanea. Il livello che innescherebbe l’avvio del tapering (riduzione graduale degli acquisti) non e’ ancora raggiunta, ma se la tendenza inflativa dovesse protrarsi, la Fed e’ pronta a reagire”.
Sullo stesso tema, il segretario al Tesoro Janet Yellen, intervistata dalla CNBC, ha espresso preoccupazione per l’aumento dei prezzi delle case e pur allineandosi a Powell sulla convinzione che l’aumento dei prezzi sia transitorio, ha tuttavia precisato che non sara’ di breve durata, “ci saranno diversi mesi di inflazione elevata”.
Il rendimento del Treasury Note 10 anni, ideale barometro degli umori del mercato, è in calo a 1,32% stamattina, 16 luglio, poco intimorito dall’impennata dei prezzi.
Mentre le banche centrali USA ed Europea non intendono alzare i tassi e diminuire gli stimoli, quelle di Nuova Zelanda, Canada e Regno Unito, per fare alcuni esempi, hanno gia’ intrapreso la strada del “tightening” monetario, alzando selettivamente i principali tassi ufficiali.
Le Borse europee hanno chiuso in calo la seduta di ieri, 15 luglio, poco rasserenate dalla scongiurata guerra delle quote petrolifere, effetto dell'accordo in seno all’Opec+ tra Arabia Saudita ed Emirati AU. L’effetto sul prezzo del “crude” e’ stato rapido, col WTI (West Texas Intermediate) sceso ai minimi dell’ultimo mese a 71,6 Dollari/barile.
Pesano le paure per il diffondersi della variante Delta ed i suoi riflessi negativi su riaperture e velocita’ di ripresa delle economie. In chiusura, per le Borse Europee, si registrano cali pesanti per il Ftse100 di Londra, -1,12%, il Dax tedesco -1,04%, il Cac40 francese -0,99% ed il FtseMib italiano -1,27%, con ribassi pesanti per petroliferi, bancari e automobilistici.
Positivi, negli Stati Uniti, i dati macro piu’ recenti: le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione scesi a 360 mila, miglior dato da inizio pandemia, e l'indice Empire manifatturiero della Fed di New York: 43 punti dai 17,4 di giugno, contro attese per 18, al nuovo massimo assoluto per la serie.
A concludere i dati macro settimanali in Usa, oggi, 16 luglio, avremo l’indice di fiducia dei consumatori di giugno (fonte: Universita del Michigan) e le vendite al dettaglio di giugno.
Sul fronte dei risultati del secondo trimestre, spiccano i numeri positivi di Morgan Stanley: utile netto +10% a $ 3,51 miliardi, con un dividendo trimestrale per azione di $ 1,85, cioe’ 20 cts sopra le attese.
A fine seduta anche Wall Street lascia qualcosa sul terreno: S&P500 -0,3%, Nasdaq -0,70%, e Russel -0,65%. Fa eccezione il Dow Jones +0,15%.
Il Dollaro ha ripreso a rafforzarsi, e stamani, 16 luglio, scambia a 1,1805 vs Euro (ore 12.45 CET) e appena sotto 110 contro Yen.
Tranquillo, come da qualche settimana, il comparto dei Governativi europei con lo spread BTP/Bund 10 anni a 106 bps e rendimento del decennale italiani vicino ai minimi da 3 mesi, +0,71%.
In Italia l'inflazione resta contenuta: Istat (Istituto nazionale di statistica), ha confermato che a giugno i prezzi al consumo sono saliti del +1,3% su base annuale.
Stamattina, 16 luglio, chiusura di settimana debole in Asia: negativo il Nikkei giapponese che ha perso -0,98%, dopo che la banca centrale ha abbassato le previsioni di crescita 2021 a +3,8%, dal precedente +4%, ed i listini cinesi continentali di Shanghai -0,7% e Shenzhen -0,87%. Sensex indiano -0,11%.
Positivo l’Hang Seng di Hong Kong, +0,25%, su voci di un atteggiamento meno rigido di Pechino sulla normativa sulla sicurezza informatica dei colossi tech quotati e sull’indiscrezione, citata dal Wall Street Journal, secondo la quale Intel sarebbe vicina all’acquisto di Global Foundries, un produttore indipendente di chips detenuto dal fondo sovrano di Abu Dhabi.
Mattinata partita positiva, e poi tornata alla parita’, per le principali borse europee, mentre anche i futures Usa indicano aperture piatte.
Tra le materie prime, segnaliamo l’impennata dei futures sul carbone cinese, dovuta all’accelerazione ed ai picchi dei consumi elettrici, mentre all’estremo opposto, spicca il minimo da inizio anno del future del legname da costruzione “lumber”, in calo del 70% dal massimo di aprile, ed ora a -30% da inizio anno.
L'oro, dopo aver toccato i massimi da inizio aprile oltre quota $ 1.830/oncia, ripiega appena sotto 1.820 (ore 13.00 CET).

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