L’inflazione ha gia’ toccata il picco: le Borse sembrano crederci. Tragico assassinio dell’ex Premier giapponese Abe. Banche Centrali Usa ed Europee accelerano la “stretta”. Materie prime sull’altalena, non e’ piu’ solo salita dei prezzi!
Un’altra seduta di inattesi rialzi per le maggiori Borse europee ieri, 7 giugno, favorita dalla recente discesa di molte materie prime e dalla risolutezza della Banca Centrale Usa sull’obbiettivo di contrastare l’inflazione, emersa dalle minute dell’ultima riunione di giugno: possibili rialzi di +0,50% o +0,75% nel Comitato di politica monetaria (FOMC) di luglio.
Purtroppo i recenti dati macroeconomici indicano un rallentamento dell'economia Usa: cio’ lascia spazio a qualche revisione in senso meno “restrittivo” da parte della Federal Reserve, che non deve far mancare il sostegno al mercato del lavoro e, piu’ in generale, alla crescita economica.
Ieri tra le Borse europee ha primeggiato Milano, +2,99%: tutti i maggiori listini hanno segnato forti rialzi: Madrid +2,19%, Francoforte +1,97%, Parigi +1,60%, Londra +1,14%. L'indice Stoxx 600 Europa ha guadagnato +1,88%. A Wall Street ha brillato il Nasdaq, 2,3%, alla quarta seduta consecutiva di rialzo: bene anche Dow-Jones, +1,1% e S&P500, +1,50%.
I mercati attendono preoccupati l‘imminente avvio della stagione dei risultati trimestrali negli Stati Uniti, che inizia martedi’ 12 luglio. Sara’ un importante momento di verifica del potenziale effetto depressivo sugli utili dell’aumento dei prezzi alla produzione (PPI) subiti dalle aziende americane: cruciale anche la guidance che il management fornira’ sulla seconda parte dell’anno.
Anche i verbali dell’ultima riunione della Banca Centrale europea (ECB) confermano gli accresciuti rischi sulla crescita dovuti alla persistente guerra in Ucraina, con significativi rischi al ribasso legati in particolare alla difficolta’ negli approvvigionamenti energetici in diversi Paesi della “zona euro".
La guerra in Ucraina si trascina da oltre 4 mesi e mezzo ed incide sul “sentiment” di famiglie ed imprese: le prime colpite direttamente dal calo del potere di acquisto dei salari, le seconde prese tra la difficolta’ di reperimento e l’onerosita’ delle materie prime ed il rallentamento della domanda.
Nella stessa riunione, tra i membri del comitato di politica monetaria della ECB sono emerse visioni eterogenee sulla necessità e sull'interpretazione della gradualità nell’alzare i tassi, perché la politica monetaria deve adattarsi alla congiuntura economica del momento che e’ in palese rallentamento.
Intanto l’inflazione non da’ segni di raffreddamento e nella prossima riunione di luglio una buona dei membri sembra orientata alla scelta di operare il 1’ aumento dei tassi dopo 11 anni di immobilita’ di +0,50% e non +0,25%. Non resta che attendere.
In Germania la produzione industriale in maggio è cresciuta solo del +0,2%, contro stime di consenso di +0,4%, ed un rialzo di aprile rivisto all’insu’ a +1,3%
Ieri, 7 luglio, il premier britannico Boris Johnson ha rassegnato le dimissioni da Capo del partito conservatore e, implicitamente, ha rinunciato all’incarico di Primo Ministro, sebbene resti in carica sino alla nomina del nuovo leader dei Tories: ridotte le conseguenze sulla Borsa e sulla Sterlina, poiche’ i mercati se lo aspettavano.
I prezzi di molte materie prime, a cominciare dal petrolio, si sono mossi energicamente al rialzo, in media +4%, nella giornata di ieri, supportati dalle indiscrezioni su un nuovo piano di stimolo all’economia cinese.
Stamane, 8 luglio, l’indice Bloomberg Commodity è stabile, col prezzo del petrolio WTI (greggio di riferimento Usa) che si consolida attorno a 103 Dollari/barile. Ancora abulico l’andamento dell’oro, in area 1.740 Dollari/oncia, sui minimi del 2022.
Stamattina i mercati azionari dell’Asia-Pacifico sono saliti, risentendo solo transitoriamente della notizia dell’uccisione a colpi di pistola dell’ex premier giapponese Shinzo Abe nel corso di un comizio nella ctta’ di Nara. Il Nikkei giapponese ha chiuso a +0,1%, con +2,1% di bilancio settimanale.
In Cina il Governo prende l’iniziativa sul rilancio economico: il Ministero delle Finanze cinese (fonte Bloomberg), starebbe preparando un programma di finanziamento di nuove opere infrastrutturali, che consentira’ ai Governi locali di indebitarsi fino a 1.500 miliardi di yuan, circa 215 miliardi di Euro, con bond speciali che godrebbero di piena garanzie statale, da qui alla fine del 2022.
Le Borse della “greater China” non mostrano particolare slancio: l’Hang Seng di Hong Kong e’ rimasto stabile e ha chiuso a -1% la settimana. Il CSI300 di Shanghai &Shenzen, col +0,2% di oggi chiude la settimana in frazionale ribasso.
Il Kospi coreano ha guadagna +0,7% oggi, e chiude a +2% la settimana. Il Sensex indiano e’ avanzato del +0,3%, settimana a +1,3% (ore 13.30 CET).
Borse europee in moderata ascesa (+0,3% medio) a fine mattinata, mentre i future di Wall Street indicano riaperture in frazionale calo, in attesa del dato macro piu importante della giornata, cioe’ la pubblicazione dei dati sull’occupazione in Usa in giugno.
Sono attesi una creazione di 268 mila nuovi posti di lavoro (ex agricoltura), un tasso di disoccupazione stabile al 3,6% ed un tasso di crescita dei salari orari che su base annuale dovrebbe scendere leggermente a +5%, dal precedente +5,2%.
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