Nelle sessioni di agosto i governativi USA e Europa hanno ritracciato parte del rally di giugno/luglio dopo che la mancata escalation militare tra Cina e USA con il viaggio della Pelosi ha aperto nuovamente la strada al ribasso, alimentata poi dai forti NFPs negli USA e inflazione UK che ha raggiunto la double digit.
Le curve dei tassi prezzano ora aspettative di rialzo dei tassi ufficiali più aggressive, proprio ora che i principali leading indicatori (indici small business US, initial jobless claims, FED surveys), il rialzo del prezzo del gas e la siccità in Europa, l'indice di global supply chain pressure descrivono uno scenario di maggiore equilibrio tra domanda e offerta che spingerebbe le banche centrali a rivedere le proprie stime di inflazione e fermare il ciclo di tightening.
I tassi USA e Europa pare invece che stiano dando nuovamente centralità al tema (attuale) dell'inflazione lasciando in secondo piano tema (futuro) della recessione.
Cio' perché il mercato sta dando troppo peso a dati lagging come il tasso di disoccupazione, i NFPs o a dati presenti come gli indici dei prezzi. Questi ultimi non danno nessuna idea di come evolverà la situazione in futuro.
Ma se è vero che gli asset finanziari siano anticipatori dei futuri sviluppi economici perché mai stanno ora trascurando lo scenario (probabilissimo) di rallentamento economico e inflazione calante?
Se tale scenario diventasse nuovamente la narrativa dominante, mi aspetterei di vedere repricing delle curve ed in particolare steepeninge rally della backend.
Gli asset più rischiosi come equity e credito confermerebbero il bear market rally e valute come JPY e EUR dovrebbero rafforzarsi vs USD.