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Il piano di rilancio di Espinosa potrà rilanciare le vendite e il valore azionario in calo di Nissan?

Bacaan 4 minit
Nissan closing US plants, Nissan and Subaru closing plants

Il nuovo amministratore delegato di Nissan Motor Co., Ivan Espinosa, si trova ad affrontare un panorama economico sempre più cupo, con la casa automobilistica alle prese con calo delle vendite, una gamma di veicoli obsoleta e crescenti pressioni derivanti da tariffe e concorrenti.

La casa automobilistica giapponese ha visto le sue vendite globali crollare del 42% rispetto al picco del 2017, e Espinosa, che ha assunto l’incarico il mese scorso, ha delineato una tabella di marcia per la riduzione dei costi che prevede 11.000 tagli di posti di lavoro e la chiusura di sette stabilimenti.

Tuttavia, gli analisti avvertono che queste misure da sole potrebbero non essere sufficienti a invertire le sorti dell’azienda.

Ulteriore calo dei volumi di vendita, le prospettive dei mercati principali restano cupe.

Nissan ha dichiarato martedì di prevedere un ulteriore calo del 3% nel volume delle vendite per l’attuale anno fiscale, attestandosi a 3,25 milioni di veicoli.

Le prospettive per i mercati principali restano deboli, con una previsione di calo del 18% per la Cina e un andamento piatto previsto sia per il Nord America che per il Giappone.

L’obiettivo di Espinosa è accelerare i tempi di sviluppo dei veicoli e concentrarsi sui modelli crossover e SUV negli Stati Uniti, il mercato più grande di Nissan.

È previsto per quest’anno fiscale il lancio di una nuova versione ibrida plug-in del SUV Rogue, sviluppata in collaborazione con Mitsubishi Motors.

Un’altra variante dotata del sistema ibrido e-Power sviluppato internamente da Nissan seguirà nel prossimo periodo fiscale.

Tuttavia, gli analisti rimangono scettici.

“Non hanno una gamma di modelli ibridi. I loro veicoli elettrici a batteria non riscuotono particolare successo”, ha dichiarato Julie Boote di Pelham Smithers Associates in un rapporto di Reuters.

“Dovranno lavorare al lancio di nuovi modelli, ma ci vuole tempo e non c’è alcuna garanzia che avranno più successo di prima.”

Dazi e margini di profitto sempre più ridotti aumentano la pressione.

A rendere la situazione ancora più difficile si aggiunge una nuova ondata di dazi statunitensi sulle auto e sui componenti importati, che potrebbe costare a Nissan circa 450 miliardi di yen (3,1 miliardi di dollari) in questo anno fiscale.

Le tariffe rischiano di ridurre i margini di profitto e di imporre aumenti di prezzo in un mercato già competitivo.

Nonostante le vendite negli Stati Uniti abbiano raggiunto circa 938.000 veicoli nell’ultimo anno commerciale, i guadagni si sono concentrati su modelli a basso margine come Sentra e Versa, costruite in Messico.

Nonostante i volumi maggiori, il margine operativo di Nissan in Nord America è sceso a -0,5%, rispetto al 4,6% dell’anno precedente.

L’azienda deve inoltre far fronte alla pressione sui prezzi derivante dagli incentivi utilizzati per smaltire i modelli più vecchi dai piazzali dei concessionari.

Nel frattempo, la concorrenza si sta intensificando, soprattutto da parte dei produttori cinesi di veicoli elettrici come BYD e dei concorrenti nazionali.

Suzuki, ad esempio, ha superato Nissan nelle vendite nel primo trimestre del 2025, aumentando la possibilità che possa sorpassare Nissan come terzo produttore automobilistico giapponese dietro Toyota e Honda entro la fine dell’anno.

Le azioni Nissan rimangono indietro rispetto al settore mentre gli analisti diventano pessimisti.

Il mercato azionario ha rispecchiato la preoccupazione degli investitori per il futuro di Nissan.

Le azioni della società sono diminuite del 29% da inizio anno, rendendola la peggiore in termini di performance tra le principali case automobilistiche giapponesi.

Per fare un paragone, l’indice di riferimento Nikkei 225 è in calo del 5,5%.

Dei 18 analisti seguiti da LSEG che si occupano di Nissan, nessuno raccomanda attualmente un “acquisto” o un “forte acquisto”.

Attualmente, nove analisti raccomandano di “vendere” o “vendere con forza” il titolo, rispetto ai sette di tre mesi fa.

Espinosa ha assunto la massima carica dopo la partenza di Makoto Uchida, sotto la cui guida sono falliti i colloqui di fusione con Honda.

La fusione proposta avrebbe creato il quarto produttore automobilistico al mondo per volume, ma i colloqui sono falliti all’inizio di quest’anno.

I problemi ereditati dal passato continuano a perseguitare l’azienda.

Gli esperti del settore sostengono che Nissan stia ancora lottando con l’eredità dell’ex presidente Carlos Ghosn, la cui aggressiva spinta verso la crescita dei volumi e l’eccessivo ricorso agli sconti hanno indebolito il marchio e lasciato in eredità una gamma di prodotti obsoleta.

Ora, l’azienda deve urgentemente riorganizzare la propria gamma di prodotti e migliorare la redditività, gestendo al contempo shock esterni come i dazi doganali.

“La domanda è: avranno il tempo di rilanciare l’attività dovendo al contempo far fronte a costi di produzione più elevati?”, ha affermato Boote.

La sfida di Espinosa non è solo quella di ridimensionare l’azienda per adeguarla ai minori volumi di vendita, ma anche quella di ricostruire la fiducia dei consumatori e rivitalizzare un marchio che ha perso il suo smalto nei mercati chiave.

Resta incerto se i tagli ai costi e la strategia di prodotto saranno sufficienti.