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Bitfarms vende un importante impianto in Paraguay per alimentare l’esplosiva crescita negli Stati Uniti

Bacaan 3 minit
Bitfarms sells Paraguayan facility to fuel US expansion

La società mineraria di criptovalute globale Bitfarms sta riequilibrando il suo portafoglio vendendo la sua più grande struttura mineraria di Bitcoin in Paraguay per concentrare le proprie risorse sul rafforzamento della sua presenza negli Stati Uniti.

Secondo un recente annuncio, Bitfarms ha firmato una lettera di intenti vincolante con Hive Digital Technologies per vendere il suo impianto Yguazu da 200 MW per 85 milioni di dollari.

L’accordo dovrebbe concludersi entro la fine del primo trimestre del 2025.

Al momento, Bitframs riceverà un anticipo di 25 milioni di dollari, seguito da 31 milioni nei successivi sei mesi.

Quanto ai restanti 29 milioni di dollari, comprenderanno 19 milioni di rimborsi dei depositi energetici e 10 milioni di obblighi di capitale.

Bitfarms ritiene che questa mossa ridurrà i suoi requisiti di capitale per il 2025 e abbasserà i suoi costi energetici medi del 10%, mentre la sua capacità totale diminuirà da 955 MW a 755 MW.

Tuttavia, l’obiettivo principale di questa vendita è quello di riorientare le operazioni sul Nord America, con l’azienda che mira a riequilibrare il proprio portafoglio al 80% di attività nordamericane e al 20% di attività internazionali entro la fine del 2025.

Ben Gagnon, attuale CEO dell’azienda, ha affermato che il ricavato della vendita verrà reinvestito nel “piano di crescita da 1 GW di Bitfarms negli Stati Uniti” per sostenere il mining di Bitcoin ed espandere la sua infrastruttura HPC/AI.

Ha definito la vendita una “tappa significativa” nella transizione dell’azienda da minatore internazionale di Bitcoin a società di infrastrutture energetiche e di calcolo focalizzata sul Nord America, aggiungendo:

“Questo spostamento verso asset basati negli Stati Uniti è in linea con la nostra strategia di diversificazione oltre al mining di Bitcoin e di sfruttamento delle significative opportunità di crescita in HPC/AI.”

Dopo la vendita, Bitfarms manterrà i suoi due siti minerari rimanenti in Paraguay, Villarrica e Paso Pe, che hanno una capacità combinata di 80 MW.

Al di fuori degli Stati Uniti, Bitfarms gestisce anche operazioni di estrazione in Canada, con una capacità di 158,5 MW, e in Argentina, con una capacità di 54 MW.

L’effetto Trump

L’attenzione recente all’espansione negli Stati Uniti è in linea con la crescente tendenza tra i minatori di criptovalute a radicarsi sempre più nel mercato statunitense, spinta dall’ottimismo che circonda le promesse di campagna di Donald Trump di posizionare gli Stati Uniti come capitale mondiale del mining di criptovalute.

Al suo ritorno in carica, il presidente ha già preso importanti misure per rafforzare il settore delle criptovalute.

Il 23 gennaio 2025, il presidente Trump ha firmato un decreto esecutivo intitolato “Rafforzamento della leadership americana nella tecnologia finanziaria digitale”, che promuove la leadership degli Stati Uniti nelle attività digitali e nella tecnologia finanziaria.

Inoltre, la Securities and Exchange Commission statunitense ha istituito un nuovo gruppo di lavoro sulle criptovalute guidato dalla commissaria Hester Peirce, con l’obiettivo di sviluppare un quadro normativo completo per gli asset crittografici.

Con la criptovaluta al centro dell’attenzione, i minatori sperano che queste misure di sostegno favoriscano la chiarezza normativa e l’innovazione, rendendo gli Stati Uniti un polo attraente per l’espansione delle loro attività.

Il 17 gennaio, la BitFuFu con sede a Singapore ha annunciato i suoi piani per l’acquisizione di una struttura mineraria in Oklahoma con una capacità di 51 megawatt.

In precedenza, il gruppo Phoenix quotato ad Abu Dhabi aveva inaugurato un impianto da 50 MW nel Dakota del Nord, dopo aver aperto un impianto minerario da 25 MW a Willamette, nella Carolina del Sud.