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Petrolio: ancora elevato il rischio downside A guardare il grafico verrebbe voglia di comprareโฆ eppure i rischi di ulteriore pressione ribassista sul petrolio sono concreti. La combinazione di unโofferta ancora piuttosto sostenuta ed una forte contrazione della domanda sta mettendo forte pressione ai prezzi del petrolio che ora flirtano con i supporti in area 50 USD al barile ma che potrebbero scendere ulteriormente qualora nelle prossime settimane non si assista ad un cambio degli equilibri tra domanda ed offerta. Partiamo dalla domanda. La diffusione del coronavirus in Cina ha portato non solo ad un prolungamento della festivitaโ del new year Holiday ma sta impedendo a molte delle fabbriche cinesi di riaprire i battenti. Alcune di esse riapriranno tra oggi e domani, altre preferiscono aspettare. Troppo elevato il rischio di contagio soprattutto nelle fabbriche del settore tech e auto in cui migliaia di persone vengono messe assieme a lavorare in linee produttive. E cosi, i numeri parlano giaโ chiaro. Le importazioni di petrolio dalla Cina sono scese a 8 milioni di barili al giorno nellโultima settimana di gennaio. Trattasi di un calo del 27% che potrebbe estendersi ulteriormente con lโaggiornamento delle statistiche per la settimana appena trascorsa. Le societaโ di raffinazione di petrolio Cinese hanno giaโ tagliato la quantitaโ di petrolio da raffinare di 2 milioni di barili al giorno. Non sono tardate, quindi, le revisioni al ribasso della domanda di petrolio da parte delle societaโ di consulenza. Lโanalisi condotta da Energy Aspect evidenzia una forte contrazione della domanda globale nel trimestre in corso, in parte recuperata nella seconda parte dellโanno. Nel mese prossimo eโ molto probabile che la domanda Cinese di petrolio continui a subire delle contrazioni. La stima corrente eโ per una contrazione del 10% che andrebbe ad impattare direttamente i 4 paesi maggiormente esposti alla domanda Cinese vale a dire lโArabia Saudita, lโIraq, gli Emirati Arabi ed il Kuwait. Ma il problema del petrolio non eโ solo un problema di domanda, ma anche di offerta. In primo luogo, potrebbe riversarsi sul mercato del petrolio unโofferta per 1 milione di barili al giorno proveniente dalla Lybia. Al momento gran parte della produzione in Lybia eโ sospesa a causa della chiusura dei porti ma potrebbe riaprire giaโ questa settimana in seguito al dibattito in seno allโONU. Cโeโ poi la questione dellโOPEC+. Eโ lento, troppo lento il processo decisionale dellโOPEC+ nel reagire a questa crisi. Il rischio eโ che qualsiasi decisione presa sia tardiva. La scorsa settimana la riunione della Joit Committe aveva portato i paesi Arabi a proporre un taglio della produzione di 600.000 barili al giorno. Tale proposta eโ rimasta sul tavolo a causa di un atteggiamento particolarmente attendista dei partner Russi che hanno chiesto maggior tempo per valutare lo scenario del mercato nei prossimi mesi. E cosi, non solo il meeting previsto per marzo non eโ stato anticipato a febbraio, ma al momento qualsiasi interventismo da parte dellโOPEC+ eโ sospeso. Nel frattempo, in tale contesto, le posizioni short sul petrolio continuano ad aumentare. In sole due settimane, le posizioni short sul petrolio sono piuโ che raddoppiate ad indicazione della view piuttosto bearish degli operatori sulla commodity. Come spesso indicato in questi giorni, seguire lโandamento del prezzo del petrolio eโ molto importante. Il suo prezzo funge da barometro della percezione del rischio macro legato alla diffusione del coronavirus. Molto probabile che ulteriore debolezza del prezzo del petrolio possa portare gli indici azionari a scendere ulteriormente. Ritengo che al momento sia elevato il rischio downside sul mercato azionario e che gli operatori stiano ancora sottostimando gli effetti macro e micro dellโattuale situazione di stallo dellโeconomia Cinese.
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