Molti investitori istituzionali hanno già allocato una parte significativa dei loro portafogli nel mercato cinese. Dopo anni di importanti drawdown, la situazione potrebbe finalmente migliorare, portando soddisfazioni agli investitori che hanno creduto nel potenziale della Cina. La macroeconomia cinese mostra segnali positivi: dopo mesi di deflazione, l'inflazione è tornata a +0,1%. Se la deflazione fosse ormai superata, si potrebbe assistere a un aumento della produzione e dei consumi interni, con conseguente crescita degli utili aziendali. Diverse agenzie di rating hanno migliorato le loro valutazioni sulla Cina, declassando nazioni tecnologicamente avanzate come Corea del Sud e Taiwan.
Ma come si stanno comportando le aziende cinesi?
Alibaba, il colosso tecnologico, ha recentemente pubblicato dati trimestrali deludenti: l'utile è diminuito dell'80% su base annua e il fatturato è cresciuto marginalmente. Il settore del cloud, in particolare, è cresciuto solo del 3%, molto meno rispetto al settore tech americano. Nonostante ciò, il prezzo delle azioni ha recuperato rapidamente, segnando un +11%. Questo potrebbe essere attribuito alla notevole liquidità di Alibaba, rafforzata dall'annuncio di un buyback di 4 miliardi di dollari e un extra dividendo il prossimo mese.
Al contrario, Tencent ha superato le aspettative degli analisti, con un utile in aumento del 6% su base annua. Particolarmente notevole è stato l'incremento del 50% dell'utile annuo della piattaforma di pagamenti WeChat Pay.
Il settore immobiliare cinese continua a destare preoccupazione, con prezzi delle case in calo e pochi segnali di miglioramento. Nonostante questo, gli investitori istituzionali stanno investendo pesantemente in Cina, privilegiando le aziende con alta liquidità. Le azioni cinesi sono scambiate a un rapporto P/E medio di 13,5 sulla Borsa di Shanghai, un valore molto allettante.
Gli investitori istituzionali cinesi stanno acquistando massicce quantità di Hang Seng per contrastare la svalutazione dello Yuan. Il governo cinese, dal canto suo, sta vendendo obbligazioni americane a grande velocità, creando potenziali problemi per i rendimenti di questi titoli.
La Cina non sembra ancora pronta a tornare ai livelli pre-pandemici, ma non esiste una correlazione diretta tra performance economica e performance del mercato azionario. Gli investitori, attratti dalla liquidità delle aziende, potrebbero spingere l'Hang Seng al rialzo. Una strategia di ingresso a lungo termine potrebbe essere valutata intorno alla zona dei 17.000 punti.
In conclusione, la diversificazione geografica potrebbe sembrare inutile in un mondo globalizzato dove le maggiori economie seguono lo stesso ciclo economico. Tuttavia, per chi è disposto a fare le giuste ricerche, il mercato cinese potrebbe riservare interessanti opportunità di investimento. Attenzione ai rischi geopolitici causati da un’ipotetica invasione cinese nei confronti di Taiwan. Un ulteriore rischio sarebbe la probabile vittoria alle presidenziali americane da parte del partito repubblicano poiché i rapporti commerciali con la Cina non sono idilliaci.
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